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Canzone alla rovescia



Sapevo una canzone alla rovescia,
alla diritta non la so cantar:
mi levai una mattina era di sera
presi la falce e me ne andai a vangar.
D'in sull'uscio montai su una quercia
e giù ciliegie cominciai a mangiar;
venne fuori il padron di quelle mele
e mi disse: lascia star le mie cipolle.
Avessi tanti occhi e tanto fiato
quante delle tue noci t'ho mangiato.
Avessi tanto fiato e tanti occhi
quant'ho mangiato io dei tuoi finocchi.