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Il velo fatato - fiaba giapponese



C'era una volta un pescatore che viveva solo in una capanna vicino al mare. La sua vita scorreva lenta e monotona, ma egli non se ne lamentava e il suo animo era sereno e soddisfatto.
Un giorno, come al solito, s'era recato con la sua barca in un bellissimo posto dove, oltre a una ricca pesca, poteva deliziare il suo sguardo ammirando le strane sculture delle rocce e i colori cangianti del cielo e del mare che si mescolavano formando un'unica tinta all'orizzonte.
Ad un tratto un intenso e soave profumo colpì le sue narici. Cercò di capire quale potesse essere l'origine del misterioso aroma, ma non vi riuscì. Incuriosito, seguì la scia del profumo e si diresse remando con vigore verso la spiaggia. Giunse ai margini del bosco che costeggiava la riva, scese dalla barca e s'incamminò lungo un sentiero, sempre alla ricerca della fonte odorosa.
Quando il profumo divenne più forte, il pescatore alzò lo sguardo e vide, appoggiato sui rami di un pino, uno splendido velo. Era stupendo! L'uomo si arrampicò sull'albero e lo prese delicatamente. Lo annusò e si sentì stordito: aveva il profumo penetrante dei fiori e la fragranza di un mattino di primavera. Depose il velo sull'erba per osservarlo meglio. Era bello come non ne aveva mai visti prima: leggero e delicato come una tela di ragno, intessuto di raggi di sole frammisti a raggi di luna, tra i quali splendevano minuscole stelle lucenti.
Il pescatore lo piegò con cura e si stava avviando verso la barca, desideroso di andare a casa per mettere al sicuro quell'oggetto tanto prezioso.
All'improvviso dal folto del bosco apparve una deliziosa fanciulla.
- Buon uomo, quello è mio! Quel velo che hai tra le mani appartiene alle ninfe celesti. Ti prego, restituiscimelo - gli disse con dolcezza.
L'uomo la guardò fissamente e poi le rispose:
- Allora è veramente un velo prezioso! Sarei proprio sciocco a ridartelo…
A quel punto la fanciulla cominciò a piangere; le lacrime scendevano copiose sul suo splendido viso. L'uomo, guardandola estasiato, non potette fare a meno di commuoversi.
- Ti prego, ridammelo, altrimenti non potrò più tornare dalle mie sorelle! - insistette la ninfa con voce di pianto. - Te lo restituirò, se resterai quaggiù con me a ballare le meravigliose danze del cielo - promise il pescatore che si era subito invaghito della bellissima donna.
La ninfa assicurò che sarebbe rimasta a danzare per lui, ma prima doveva restituirle il velo. L'uomo non voleva, temendo che lei se ne sarebbe andata via.
- Le ninfe celesti non possono dire bugie - lo rassicurò la giovane. - Ho promesso che danzerò per te e così sarà. Ma senza il mio velo non posso far nulla.
Il pescatore si convinse e restituì il velo alla divina fanciulla, che iniziò subito una danza meravigliosa. Le sue braccia e il suo corpo disegnavano nell'aria eleganti movenze, i piedi sfioravano leggeri la terra. L'uomo, incantato dall'eccezionale spettacolo dato in suo onore, si sentiva immensamente lusingato.
Poi notò che a poco a poco, mentre volteggiava leggera, la ninfa cominciava a sollevarsi nell'aria. Il velo si alzò attorno a lei, come sostenuto da invisibili mani, e dal cielo piovvero magnifici fiori di tutti i colori. Il pescatore vide la ninfa salire sempre più in alto, su su fino a raggiungere la cima del sacro monte Fuji. Capì che stava andando via per sempre e volle allungare le braccia nel vano tentativo di fermarla. Ma uno strano torpore s'impadronì del suo corpo ed egli non riuscì a fare un gesto, né a dire una parola…
Intanto la ninfa spariva nella nebbia che avvolgeva le pendici del monte, oltre le candide nevi delle sue vette.
Una grande serenità invase il cuore dell'uomo che in quel momento si scosse. Si chiedeva meravigliato come mai si fosse addormentato in quel luogo e poi si avviò tranquillo verso la sua barca.
Ma il profumo dei fiori caduti dal cielo gli riportò alla mente il volto della donna stupenda che aveva danzato per lui sotto gli alberi del bosco, proprio lì vicino alla spiaggia...