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La leggenda di Maui - leggenda polinesiana



Sono passati ormai tanti secoli da quando il dio Ka-Le, adirato con gli uomini ch'erano diventati malvagi e crudeli, sommerse le terre, innalzandosi sopra le montagne e devastando ogni cosa col suo furore.

Solo a un uomo Ka-Le concesse la salvezza: si chiamava Maui ed era così buono e generoso che il dio gli permise di allestire un grande vascello capace di navigare sulle acque infuriate, in attesa che l'oceano si placasse.

Maui ottenne dal dio di portare con sé sull'imbarcazione la gente e gli animali del suo villaggio. E quando Ka-Le, implorato lungamente da Maui, fece tornare il sereno, l'uomo inviò sopra il mare un uccello dalle candide piume. Dopo poco il grazioso animale tornò, portando nel becco un ramoscello. 

Maui capì allora che la terra era riaffiorata e che di lì a poco anche la loro isola sarebbe tornata ad emergere.

Lentamente le acque si ritirarono e il vascello potette ancorarsi nella baia. I superstiti del diluvio tornarono alle loro terre, a cui il sole pian piano ridonava la vita.

A poco a poco tutto tornò come prima e gli uomini cominciarono a ricostruire le case e i villaggi.

Qualche tempo dopo Maui sistemò nella sua canoa delle noci di cocco e due splendide tortore e andò in cerca della dimora del dio Ka-Le, verso il quale sentiva un debito di riconoscenza.

Navigò a lungo sulle acque che avevano ripreso il loro colore smeraldino, salutato dagli ultimi voli dei gabbiani e degli albatros che andavano a raggiungere i loro nidi sulle scogliere.

Ad un tratto nel cielo apparve la Luna e Maui, che non la conosceva ancora, pensò che si trattasse del volto del dio Ka-Le.

La Luna si avvicinava sempre di più e proiettava sull'acqua cupa dell'oceano un raggio d'argento che sembrava indicare una strada. Maui pensò di seguire quella scia luminosa, per arrivare alla dimora di Ka-Le.

Diresse la sua imbarcazione in quella direzione; remò e remò finché non approdò al regno della Luna. 


Lassù aprivano le loro corolle meravigliosi fiori che scintillavano nell'oscurità come pietre preziose.
Maui si avvicinò alla riva, scese dalla canoa e si avviò portando con sé i doni per Ka-Le.
Tutto intorno era soffuso di un pallido chiarore. Le colline sembravano di cristallo e qua e là occhieggiavano lucenti laghetti su cui biancheggiavano candidi cigni. Le foreste erano di smeraldo e tra gli alberi si udiva una dolce e lontana melodia.
Maui guardava estasiato il bellissimo paesaggio e pensava con vergogna alla povertà dei doni che stava recando al re dell'incantevole regno.
Al limitare della foresta uno stormo di stupendi uccelli si levò in volo; Maui li seguì e, dopo aver percorso lunghi argentei sentieri, si trovò sulla soglia di uno strano palazzo.

D'improvviso una cascata di luce inondò il cielo e nello stesso istante le porte del palazzo si spalancarono e apparve la Luna. Aveva il volto di perla ed era avvolta in uno splendido manto di pizzo nero tempestato di stelle luccicanti.

Maui, tremante di emozione, si inginocchiò davanti a lei e le disse:
- O potente Ka-Le, sono venuto a portarti i miei umili doni e a ringraziarti di aver salvato me e la mia gente dal diluvio.
- lo non sono Ka-Le, ma la Luna, regina del cielo notturno, e questa è la mia dimora - rispose l'astro d'argento.

Maui si scusò e le chiese timidamente se poteva indicargli la strada per raggiungere il regno di Ka-Le.
- È troppo tardi - rispose la Luna. E lentamente svanì insieme al suo palazzo incantato.

Il chiarore delle prime luci del mattino si diffuse d'intorno. Maui tornò triste alla riva, salì sulla canoa e ricominciò a remare. Pensava che il dio Ka-Le non volesse mostrarsi perché non gradiva i suoi doni.

Invece Ka-Le aveva seguito dal cielo il viaggio di Maui, ma era rimasto turbato vedendolo approdare al regno della Luna. Quand'ebbe capito il suo errore, volle aiutarlo.

Raccolse una manciata di raggi di sole e la gettò sulle goccioline che erano ancora sospese nell'aria. Queste si impadronirono dei raggi, vi si riflessero con tutti i colori e in pochi attimi finirono di tessere una magnifica strada.

Maui alzò lo sguardo e riconobbe, splendente di mille colori, la strada del dio. Riprese a remare con tutte le sue forze e finalmente giunse al suo cospetto.

Il dio l'accolse con gioia e lo ringraziò per i doni, che gradì moltissimo. Poi lo salutò con dolcezza.

Prima d'andar via Ka-Le finse di dimenticare la luminosa strada sospesa nell'aria, così Maui potette tornare senza fatica alla sua isola.

Questa strada possiamo ancor oggi vederla a volte nel cielo quando, dopo la pioggia, le goccioline sospese nell'aria catturano i raggi del sole: si tratta della lucente strada di Ka-Le, che tutti chiamiamo arcobaleno.